Se nella percezione odierna Vercelli è per lo più considerata come una cittadina di provincia del nord Italia, resa famosa soprattutto dalla produzione agricola del riso, andando a riscoprirla e passeggiando per le vie del suo centro storico è possibile far riemergere un passato articolato e complesso in cui si rende evidente come la città abbia rivestito, nel medioevo, un'importanza strategica notevolissima, per la sua posizione di collegamento con i valichi alpini e con la Francia, per essere stata snodo viario delle principali rotte commerciali dell’epoca.
Parliamo di un tempo in cui il Piemonte non aveva contorni ben definiti e sicuramente non sovrapponibili a quelli attuali; un tempo dove centri come Vercelli appartenevano a quella “Lombardia” estesa, che inglobava tutto il nord Italia.
E’ a partire dall’XI secolo che il centro urbano di Vercelli acquisirà un’importanza davvero centrale per tutto il nord della penisola, con origini dai secoli addietro, quando a Vercelli si insediò la prima diocesi del versante nord occidentale d’Italia grazie a quell’Eusebio, che oggi è celebrato come patrono del Piemonte e a cui è intitolata la cattedrale.
Nel toponimo di Vercelli è forse celato il suo ruolo più arcaico. Secondo gli storici infatti il nome deriverebbe da una radice germanica “wehre” che significa guardia, difesa, e “Cel” cioè Celti (Galli). Unendole insieme, si ottiene Wercel, divenuto poi Vercelli che, sintetizzando, significherebbe stazione di difesa dei Celti, che probabilmente la fondarono.
L'area fu abitata già in età preistorica e conobbe il dominio romano dal II sec. a. C. ma di tutto ciò rimane testimonianza più nei documenti che sul territorio.
Dal IV secolo, dunque diventa sede vescovile di estrema importanza in quanto direttamente collegata a Roma, e si palesa il ruolo centrale che la figura del Vescovo e in generale il clero, rivestirà anche come potere amministrativo fino alla fondazione del libero comune nel 1141.
Dal punto di vista religioso inoltre val la pena di ricordare che vi aveva sede anche una Precettoria templare: quella di San Giacomo in Albereto; documentata dal 1179 come rifugio per pellegrini in transito per i luoghi santi, per mercanti e Crociati. Sorgeva al fondo di via S. Cristoforo. Nel XIX iniziò ad essere demolita, per poi esserlo definitivamente all'inizio del XX. La città diede i natali ad almeno un paio di Cavalieri Templari illustri: Uguccione, Gran Precettore d'Italia e Antonio Sicco, Segretario dei Templari in Palestina; la vicina S. Maria di Isana, ancora esistente nei pressi di Livorno Ferraris rende testimonianza di questa presenza templare.
In più la confinante presenza dei Marchesi del Monferrato che parteciparono a molte delle crociate indette dal papa, e che avevano mire verso i centri nevralgici dell’Impero d’Oriente, Gerusalemme e Costantinopoli, contribuiscono a inquadrare anche questo aspetto.
La città passò sotto i Visconti nel XIV secolo e pervenne successivamente ai Savoia, che la tennero fino all'epoca Napoleonica.
Tuttavia è nel periodo compreso fra XI e XIV secolo, che Vercelli vivrà i suoi anni più interessanti. Il fiorire di attività commerciali produrrà il sorgere di importanti famiglie che andando a far parte dell’aristocrazia locale rivestiranno ruoli di primo piano non solo nell’amministrazione del libero comune, che diventerà un vero e proprio soggetto politico, capace di espandersi sul territorio circostante erodendo il potere dei Marchesi del Monferrato e ponendo mano a imponenti opere pubbliche come l’ampliamento della cinta muraria, ma anche di figure come il Cardinale Guala Bichieri che sarà protagonista di primo piano in qualità di legato pontificio nelle vicende europee di inizio ‘200, che tutti ricordiamo come l’epoca di Robin Hood, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni senza terra.
Sono gli anni questi, in cui si insedia, sempre per iniziativa del Comune, lo Studium, cioè l’Università che avrà qui la prima cattedra italiana di Teologia (1228).
Una storia così illustre, si concreta in una serie di edifici ecclesiastici e civili, che si inseguono tra le antiche vie e piazze costellate di eleganti residenze spesso dotate di torre (nel periodo delle contese tra guelfi e ghibellini, alcune famiglie rivaleggeranno tra di loro e se gli Avogadro saranno di parte guelfa, i ghibellini apparterranno prima alla famiglia dei Bicchieri e poi dei Tizzoni) mentre chiese, santuari e conventi,
ospitano eccezionali opere dei più importanti artisti piemontesi dell’epoca che come vedremo hanno lasciato qui la loro traccia indelebile: partendo dalla ex chiesa di San Marco, l’attuale Arca, oggi riconvertita a contenitore di mostre ed eventi con i suoi straordinari cicli di affreschi, fino alla chiesa di San Cristoforo, (XVI sec., su edificio precedente del XII), eretta dagli Umiliati, e famosa per il ciclo di Gaudenzio Ferrari, risalente al periodo tra il 1529 e il 1534 che ci offrono peraltro anche un tema abbastanza inusuale nella storia della pittura italiana, come l’ascensione in cielo della Maddalena nell’omonima cappella.
Infine la Cattedrale dedicata a S. Eusebio affianco a cui, nel museo del Tesoro e nella Biblioteca sono custoditi alcuni oggetti unici che hanno appassionato studiosi provenienti da tutto il mondo anche se sconosciuti ai più che, pur vivendovi o frequentando Vercelli sono spesso all’oscuro del suo straordinario passato e del suo essere stata punto di riferimento per la politica e la cultura dell’Europa medievale.